Provincia Autonoma di Trento - Minoranze Linguistiche

Logo stampa
 
Minoranze linguistiche
Condividi: Facebook Twitter
 
 

Minoranze linguistiche e Statuto speciale

La comunità cimbra di Luserna ha ospitato il terzo laboratorio sull’autonomia tra le minoranze linguistiche storiche del Trentino: territorio, identità e autogoverno le parole chiave

Nel pomeriggio di ieri, all’Istituto Cimbro-Kulturinstitut Lusérn, il terzo laboratorio sulle minoranze linguistiche ha visto la partecipazione numerosa di amministratori locali e cittadini impegnati per la tutela e lo sviluppo della comunità cimbra.
Jens Woelk, vicepresidente della Consulta, ha illustrato il percorso di riforma dello Statuto. “In Trentino la necessità di confrontarsi sull’autonomia è molto forte perché, mentre in Alto Adige c’è una percezione quotidiana dell’autonomia, e nei territori delle minoranze ladine, cimbre e mòchene – in Provincia di Trento – è ugualmente forte la consapevolezza di cosa significa identità e autogoverno, nel resto della provincia non è così. Se il percorso avviato dalla Consulta porterà a riflettere sulle ragioni dell’autonomia e, alla fine, i trentini ne avranno maggiore consapevolezza, il risultato sarà importante anche al di là della conclusione positiva della riforma dello Statuto. Avere consapevolezza della propria autonomia è importante per sapersi confrontare e creare sinergie con l’Alto Adige dove, su molti aspetti, i punti di vista sono diversi. Le minoranze hanno probabilmente più chiaro il significato dell’autonomia: territorio, identità, autogoverno sono le tre parole chiave che emergono dal confronto con i ladini, i mòcheni e i cimbri”.
Gianni Nicolussi Zaiga, presidente dell’Istituto Cimbro, ha presentato un documento elaborato con le associazioni del territorio che sintetizza alcune proposte della comunità cimbra. “Si ritiene positiva la proposta – contenuta nel documento preliminare - di dare maggiore visibilità alle minoranze linguistiche. Preme portare l’attenzione sull’opportunità che il riconoscimento e la valorizzazione delle minoranze venga portato dal piano formale a quello sostanziale. Su alcuni aspetti fondamentali dovrebbe essere garantita, in Provincia di Trento, parità di tutela e salvaguardia alle tre minoranze storiche del Trentino, superando la regolamentazione differenziata citata nel documento preliminare. In una democrazia matura – ha proseguito il presidente – il riconoscimento delle proprie minoranze storiche non può prescindere dal diritto di partecipazione politica all’attuazione delle leggi e alle decisioni che implicano l’interesse dei gruppi di minoranza”. La richiesta riguarda una rappresentanza delle minoranze germanofone (cimbri e mòcheni) all’interno del Consiglio provinciale con un seggio a loro riservato, al pari di quanto avviene per i ladini. In alternativa la proposta è che si crei un seggio per un rappresentante delle “minoranze linguistiche storiche trentine”: un unico seggio per le tre minoranze.
Altre proposte hanno riguardato l’ambito scolastico. “La scuola riveste grande importanza per la cultura e la sensibilizzazione delle nuove generazioni e ha un ruolo di facilitatore nella trasmissione intergenerazionale della lingua attraverso un approccio attivo e propositivo. Per le lingue di minoranza germanofone – ha detto Gianni Nicolussi Zaiga – è importante che la Provincia di Trento ne garantisca l’apprendimento nella scuola dell’infanzia e ne assicuri l’insegnamento nelle scuole primaria e secondaria di primo grado secondo i parametri e gli obiettivi previsti per le lingue straniere”. Si chiede inoltre di inserire un riferimento allo sviluppo economico e al mantenimento dei servizi pubblici a Luserna, con risorse certe. Il documento presentato dal presidente dell’ Istituto Cimbro-Kulturinstitut Lusérn è stato consegnato alla Consulta e sarà disponibile sul sito www.riformastatuto.tn.it , su ioPartecipo.
Nella discussione è intervenuta anche Anna Maria Trenti, direttrice dell’Istituto, che ha condiviso il sogno “di una maggiore uniformità di riconoscimento di diritti delle tre minoranze all’interno dello Statuto. Autonomia significa avere consapevolezza e percezione che all’interno della nostra provincia ci siano anche le minoranze. Solo il 21% dei trentini sembrano esserne consapevoli, stando al sondaggio realizzato dal Consiglio provinciale nel 2016. Credo che in una Regione autonoma ci si possa aspettare che vengano trovate delle soluzioni affinché anche i germanofoni abbiano la loro rappresentanza in Consiglio provinciale”. Altri punti sollevati da Anna Maria Trenti riguardano le garanzie delle minoranze nelle gestioni associate, nelle collaborazioni transregionali – considerata l’area cimbra nel suo complesso – e la necessità che l’insegnamento della lingua segua criteri riconosciuti con obiettivi annuali e verifiche di fine percorso come avviene per le lingue straniere. Luigi Nicolussi Castellan, consigliere comunale di Luserna e vicepresidente del Centro Documentazione Luserna, ha sottolineato l’opportunità di introdurre un riferimento allo sviluppo economico al fine di contrastare lo spopolamento di Luserna. “L’art 15, comma 3, dello Statuto dice che la Provincia deve sostenere lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle comunità ladina, mòchena e cimbra corrispondente ai loro bisogni. Ciò è rimasto come dichiarazione di principio ma, per quanto riguarda lo sviluppo economico, non ha trovato attuazione. Luserna aveva 650 abitanti nel 1967, attualmente ne ha 271 e sappiamo che la soglia dei 300 è molto critica per la sopravvivenza di una comunità. Siamo sul baratro della sopravvivenza, quindi chiediamo che ci sia un impegno preciso, con un piano di sviluppo e obiettivi specifici per garantire la sopravvivenza di questa comunità. Altrimenti, la proposta rivoluzionaria (ultima ratio) potrebbe essere la richiesta di adesione alla Provincia di Bolzano che ha molto più interesse alle minoranze e una cultura che valorizza la permanenza delle persone sul territorio”. Aldo Nicolussi Paolaz ha suggerito l’opportunità che la tutela delle minoranze possa stare in capo alla Regione in modo da evidenziare i legami con l’Alto Adige. Riguardo la massa critica – gruppi su scelta personale o territoriale – suggerisce l’opportunità di una maggiore riflessione. “Credo che la comunità non si possa limitare a un riconoscimento territoriale”, ha aggiunto. Sono intervenuti, tra gli altri, Luigi Baratta sul tema dei rapporti con l’Europa, Matteo Nicolussi Castellan sulla necessità di un riconoscimento geografico delle minoranze. Il sindaco di Luserna, Luca Nicolussi Paolaz, ha posto l’attenzione su alcune criticità: rappresentanza politica “che si riflette nella capacità di garantire servizi e sviluppo locale”; diritto a una formazione scolastica nella lingua di minoranza “a fronte del fatto che oggi abbiamo, nella scuola primaria, 20 ore di insegnamento della lingua e cultura cimbra cioè nulla. Qui ci giochiamo tutto dal punto di vista della lingua perché la famiglia non garantisce più la trasmissione intergenerazionale della lingua. Abbiamo famiglie miste, famiglie in cui i genitori non parlano il cimbro pertanto l’insegnamento della lingua è fondamentale. Occorre rendere effettivo questo diritto enunciato nella legge 6, rimasto sulla carta”. Jens Woelk, in chiusura, ha ricordato la possibilità di partecipare con ulteriori proposte e osservazioni sul sito www.riformastatuto.tn.it fino alla fine di settembre.

(Comunicato stampa, dal sito www.riformastatuto.tn.it, 19 luglio 2017)