Provincia Autonoma di Trento - Minoranze Linguistiche

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Minoranze linguistiche
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Seminario "Una nuova legge per le minoranze linguistiche?"

San Michele all'Adige, 30 maggio 2006

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La tutela delle minoranze linguistiche della Provincia autonoma di Trento – Ladini, Mocheni e Cimbri – trova spazio in ben cinquanta tra leggi, norme, direttive, regolamenti e disposizioni finanziarie. Una disciplina variegata che tocca diversi settori, non univoca nelle disposizioni riguardanti i distinti gruppi linguistici, frammentata in molte fonti legislative e regolamentari che si sono susseguite in 50 anni di storia dell’Autonomia e che, in alcune sue parti, dev’essere necessariamente aggiornata. Riordinare l’intero corpo legislativo in materia di tutela e promozione delle minoranze è diventata un’esigenza ormai pressante. Basti pensare all’evoluzione del quadro comunitario e costituzionale italiano, alla stessa riforma dello Statuto di autonomia, nella quale la peculiarità rappresentata dalla presenza delle minoranze è un elemento fortemente costitutivo e caratterizzante, ed a quella istituzionale attualmente all’esame del Consiglio provinciale. Sulla base di questa constatazione, si è mosso il Servizio per la promozione delle Minoranze linguistiche locali affidando al Dipartimento di Scienze giuridiche della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento il compito di predisporre una raccolta razionale della disciplina esistente. Il risultato è un testo unico compilativo sul quale, il 30 maggio 2006 a San Michele all’Adige, si è iniziato a riflettere con un seminario al quale hanno partecipato i rappresentanti di Ladini, Mocheni e Cimbri.

 
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Il seminario è servito innanzitutto ad illustrare i due “testi unici” delle minoranze, frutto di una raccolta razionale della disciplina esistente sottoposta ad un puntuale lavoro di disaggregazione e risistemazione secondo criteri logico-razionali: uno ordinato per materia e l’altro per gruppi linguistici, cosa quest’ultima che consente di affiancare e confrontare – anche grazie ad una tavola sinottica – i modelli di tutela, non sempre coincidenti, approntati per i diversi gruppi linguistici.
Dare ordine e sistematicità, rilevare le antinomie esistenti attraverso una verifica della coerenza tra le fonti e della “qualità” delle norme, favorire una valutazione nel merito della loro efficacia: questi gli obiettivi che si è posto un lavoro – per il quale è stato espresso un unanime apprezzamento – che offre la possibilità di dominare e di leggere in modo organico la vasta disciplina normativa dedicata alla tutela e promozione delle minoranze.
Il testo unico compilativo farà dunque da base per l’elaborazione della nuova, futura, legge per le minoranze. E la prima riflessione posta al seminario va intesa come un utile preludio ad un dibattito che non dovrà però solo limitarsi all’aspetto, pur necessario, del “riordino” normativo, ma che dovrà indicare – come è stato affermato da taluni esponenti dei gruppi linguistici - anche la strada, la direzione “politica” nella quale si intende andare.

 
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Questioni che, come è intuibile, anticipano sul piano del metodo l’opera di riordino normativo che dovrà portare all’elaborazione di un testo unico  e che saranno affrontate, questa la proposta uscita al seminario e condivisa dai rappresentanti dei gruppi linguistici, da un tavolo ristretto. L’assessore regionale con delega alle minoranze Luigi Chiocchetti ha chiesto a questo proposito che il tavolo sia allargato anche alle espressioni sociali dei gruppi linguistici, non solo composto da “esperti”, prefigurando l’opportunità di procedere ad una opera di delegificazione e semplificazione delle attuali norme “a tutto vantaggio della semplicità e chiarezza”, demandando molte di esse ad atti regolamentari.

 
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