Vich/Vigo (TN), Museo Ladin de Fascia, 28 settembre 2007
L’importanza strategica della comunicazione per lo sviluppo delle lingue di minoranza è stata confermata dall’ottimo livello degli apporti di relatori giunti da tutta Europa, che hanno portato la loro esperienza al Convegno “Partnership for Diversity”, ospitato il 28 settembre 2007 dall’Istituto Culturale Ladino di Fassa nella sede del Museo, a Vigo di Fassa. Il Servizio Minoranze linguistiche della PAT ha organizzato l’importante momento di confronto in collaborazione con l’EBLUL - l’Ufficio europeo per le lingue meno diffuse, che ha tenuto in Val di Fassa anche la propria conferenza annuale - confermando l’attenzione verso le minoranze linguistiche ladina, mochena e cimbra che vivono sul territorio provinciale. “Il livello di una democrazia si misura dal trattamento riservato alle minoranze” ha detto la presidente dell’Istituto Culturale Ladino Mirella Florian nel suo intervento di saluto al convegno, che si è aperto con una panoramica sulla situazione della minoranza ladina dolomitica, presentata dal direttore dell’Istituto Fabio Chiocchetti anche nei suoi aspetti più critici e problematici. I lavori sono proseguiti col confronto di situazioni ed esperienze sulla programmazione in lingua minoritaria nella radio e nella televisione, con interventi che hanno analizzato le potenzialità ed i problemi della televisione digitale e del web. “Competere per il successo: la programmazione radiotelevisiva in lingua di minoranza” , questo il tema del convegno che ha offerto stimoli molteplici ed interessanti attraverso il confronto delle esperienze delle comunità di minoranza europee, evidenziando che in ogni caso le politiche di programmazione hanno effetti e conseguenze differenti a seconda delle diverse realtà e gli investimenti devono dunque essere studiati su misura per ogni singola realtà di minoranza. Così le nuove tecnologie, come il passaggio dall’analogico al digitale e la diffusione su web, sono da un lato occasioni preziose per abbattere le barriere e moltiplicare gli spazi, facendo superare alle piccole lingue gli esigui confini della propria comunità, ma dall’altro potenziali nemici in un mondo che rischia di lasciare spazio solo a poche lingue più diffuse, facendo soccombere anche le lingue nazionali. Investire sulla creatività, concentrare gli sforzi su argomenti ed eventi di presa popolare, mantenere un buon equilibrio tra ciò che la gente “deve” sapere e ciò che “ha piacere” di sapere sono buone strategie per il successo anche nella programmazione in lingua minoritaria.
Ma non si può dimenticare che la comunicazione “premia” sempre ed in tutti i sensi i grandi numeri: le lingue minori sono quindi penalizzate ed il sostegno pubblico diventa indispensabile, perché, come ha detto la segretaria generale dell’Eblul Neasa Nì Chinneide aprendo i lavori, in Europa l’accesso all’informazione nella propria lingua deve essere un diritto di tutti. Sonia Paraye, funzionaria del Consiglio d’Europa ha parlato della Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie, il documento scritto nel 1992 per tutelare le lingue minori europee che fissa norme precise anche nel settore dei media. Paraye ha illustrato i contenuti del documento invitando i giornalisti a sostenerne la conoscenza e la diffusione. na sessione è stata dedicata alle problematiche inerenti la ricezione dei programmi di lingua minoritaria nelle regioni tranfrontaliere; Simon Faber e Bente Dahl hanno parlato della situazione dano-tedesca, mentre l’eurodeputato delle Baleari Bernat Joan i Mari ha parlato delle regioni transfrontalieree catalane. Il Ministro per la cultura della regione olandese di Frisia, Jannewietske de Vries, ha descritto le iniziative mediali in lingua frisona, mentre Mikel Baudu di TV Breizh (TV bretone) ha esposto le problematiche inerenti la doppiatura dei programmi televisivi in lingua minoritaria.
Esperienze europee e esperienze locali. Come far fruttare al meglio le risorse e le disponibilità, tenendo conto che stampa, radio, televisione e web sono mezzi diversi e non sostituibili uno con l’altro? La prima “ricetta” utile è venuta da Tom Morning, docente di comunicazione e giornalismo alla scuola e già segretario Generale dell’Eblul: proprio perché le risorse sono limitate è necessario fare alla base una analisi degli obiettivi e delle ambizioni, tenendo sempre in grande considerazione l’atteggiamento della comunità. Accanto agli esempi vincenti di progetti che sono cresciuti e si sono sviluppati in Galizia (Gregorio Ferreiro), Irlanda (Pàdhraic O’ Ciarda) e Galles (Rhian Gibson), non è mancata la finestra sulla situazione italiana (Anna Maria Mazzel).
A livello locale, la programmazione che la Sede Rai di Bolzano porta avanti da anni per le minoranze tedesca e ladina è stata presentata dal direttore Carlo Corazzola: la televisione diffonde in provincia di Bolzano e nelle aree delle comunità ladina, mochena e cimbra del Trentino quasi 5 minuti di telegiornale ladino ogni giorno ed un programma più lungo il giovedì sera, oltre a 2 notiziari radio. I programmi non sono però visibili in tutto il territorio della provincia di Trento, dove invece, sull’emittente privata TCA, da circa un anno si può vedere ogni sabato con replica di domenica un notiziario settimanale di circa 7 minuti in lingua mochena ed uno il lingua cimbra, nonché un programma ladino di circa mezz’ora. Le esperienze mòchene, cimbre e ladine presentate rispettivamente dai giornalisti Teresa Battisti van Tònale, Stefano Nicolussi Galeno e Silvano Ploner hanno evidenziato che l’idealismo e la motivazione dei giornalisti di dare visibilità alla propria minoranza sia all’interno che all’esterno della comunità stessa sono i motori propulsivi delle nuove esperienze con le televisioni private locali, esperienze condizionate da dotazioni di organico ed attrezzature minimali e che richiederebbero una adeguata formazione professionale. L’ultima sessione in programma, ha riguardato i Festival e i Concorsi musicali in lingua minoritaria e il ruolo che queste iniziative assumono nell’incoraggiare la programmazione radiotelevisiva in lingua di minoranza. Onno Falkena ha parlato del concorso canoro “Liet Festival” giunto ormai alla quinta edizione, e Frances Hendron del noto e prestigioso Celtic Film and Television Festival. Barbara Passarella ha disquisito sul rapporto tra nuovi media e minoranze linguistiche, teorizzando una nuova alleanza tra comunità di minoranza linguistica e media da cui possono scaturire importanti occasioni di rinascita. Fotografia, radio, televisione, cinema, telefonia mobile, internet, e la loro integrazione in progetti di design e di planning di comunità, sono occasioni insostituibili per la rinascita delle comunità di minoranza linguistica. Questa cultura della progettualità, confidando nel primato del loro carattere, può sottrarre le comunità di minoranza ai rischi mortali della musealizzazione, che ne cancella personalità, vocazioni e destini storici. Davyth Hicks, direttore della Agenzia di stampa delle minoranze linguistiche europee EUROLANG, ha tirato le conclusioni di una giornata di lavoro intensa, proficua e positiva anche in un’ottica di prospettive future.
Nel corso della giornata, è stato ricordato con particolare affetto Gaetano Arfè, uno dei pionieri della tutela delle minoranze linguistiche, morto a Napoli il 13 settembre scorso a 82 anni. Deputato al Parlamento europeo (1979 -1984) fu relatore di una Risoluzione sulle lingue regionali e minoritarie, (in seguito denominata “Risoluzione Arfè”) che costituisce la prima significativa presa di posizione sulla tutela delle minoranze linguistiche assunta da un organo comunitario. Arfè fu ispiratore della nascita del Gruppo Interparlamentare sulle minoranze linguistiche ed è stato uno dei fondatori di EBLUL.