Pubblicato dal Consiglio d’Europa un nuovo rapporto sullo stato di applicazione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie in Slovenia
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha pubblicato di recente, nell’ambito di un quarto ciclo di monitoraggio, un rapporto di valutazione sullo stato di applicazione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie nella Repubblica di Slovenia.
La Carta, strumento europeo di protezione e promozione delle lingue delle minoranze nazionali tradizionali, prevede infatti come proprio sistema di controllo, la predisposizione da parte degli Stati aderenti, di un rapporto periodico, per precisione triennale, in merito alle misure adottate per attuare le disposizioni della Carta.
E’ però un comitato di esperti indipendenti ad analizzare queste relazioni e a provvedere alla stesura di un rapporto finale, dopo opportune verifiche e raccolte di informazioni anche in loco.
Così come accaduto lo scorso 16 aprile: il Consiglio d'Europa chiede alle autorità slovene di ridurre il divario tra legislazione e pratica relativamente all'utilizzo dell'ungherese e dell'italiano nei servizi pubblici, nelle attività economiche e sociali e nelle relazioni con le autorità amministrative dello Stato.
Il Consiglio invita inoltre la Slovenia a riconoscere al tedesco, al croato e al serbo lo status di lingua minoritaria tradizionale e a far godere loro delle disposizioni della Carta, in cooperazione con le minoranze stesse.
Inoltre, sebbene la Slovenia continui ad adoperarsi per la protezione del rumeno, sarebbe auspicabile sviluppare l'insegnamento di questa lingua e della cultura rom ad ogni livello.
Il Consiglio d'Europa esorta la Slovenia ad intensificare le azioni per sensibilizzare la popolazione nei confronti delle lingue minoritarie attraverso l'istruzione e i media.
Ricordiamo che la Carta, in Slovenia, protegge le seguenti lingue: croato, tedesco, ungherese, italiano, rumeno e serbo.
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(24 aprile 2014)