Provincia Autonoma di Trento - Minoranze Linguistiche

Logo stampa
 
Minoranze linguistiche
Condividi: Facebook Twitter
 
 

Minoranze linguistiche e Statuto speciale

Primo laboratorio sull'autonomia: a Palù del Fèrsina la comunità mòchena riflette sulla riforma dello Statuto

A Palù del Fèrsina nella sede dell'Istituto Culturale Mòcheno, nel tardo pomeriggio di martedì 23 maggio, si è svolto il primo dei laboratori sull'Autonomia - riforma dello Statuto, dedicato alle minoranze linguistiche e in particolare alla minoranza mochena. Con una formula che propone tre diversi momenti, Giovanna Siviero ha moderato l'incontro. Dopo la proiezione del video - in versione mochena - che illustra il documento preliminare predisposto dalla Consulta per la riforma dello Statuto, Sara Carneri ha presentato gli strumenti di partecipazione - ioPartecipo e ioRacconto disponibili sul sito www.riformastatuto.tn.it oltre alla possibilità di scrivere alla Consulta presso il Consiglio provinciale di Trento - che permettono ad ogni cittadino di portare le proprie idee, proposte, riflessioni per migliorare e aggiornare lo Statuto di autonomia del Trentino Alto Adige.
A introdurre i lavori il vicepresidente della Consulta Jens Woelk con un primo momento di presentazione e, a seguire, un laboratorio in cui discutere collettivamente temi importanti per le minoranze linguistiche sulla riforma dello Statuto. Il presidente dell'Istituto Culturale Mòcheno, Luca Moltrer, sindaco di Fierozzo, ha esordito con un saluto in mòcheno e ha ringraziato, per tutta la Consulta, il vicepresidente Jens Woelk e Giuseppe Detomas, assessore regionale alle minoranze linguistiche, oltreché componente della Consulta. “Ho la sensazione che una riflessione su cosa significa Autonomia speciale - ha detto il vicepresidente Jens Woelk in apertura - sia necessaria e, soprattutto, sia molto importante che venga dal basso e, dunque, è fondamentale che noi qui ci confrontiamo. Nella Consulta c'era unanimità piena riguardo all'importanza che le minoranze linguistiche rivestono nella nostra Autonomia e, anche per quanto riguarda l'esigenza di maggior rappresentatività c'è stato un buon accordo dei componenti della Consulta”. Il vicepresidente ha poi illustrato la sezione terza del documento cioè quella dedicata alle minoranze linguistiche. Bruno Groff, vicepresidente dell’Istituto Culturale Mòcheno e della Comunità Alta Valsugana Bernstol, ha esposto le riflessioni già fatte in consiglio d'amministrazione dell’Istituto in merito all'esigenza di avere un rappresentante di lingua germanofona in Consiglio provinciale. Ha, altresì, illustrato quanto già riferito all'Autorità delle minoranze linguiste e al suo presidente Dario Pallaoro, vale a dire, la necessità di inserire nel nuovo Statuto l'obbligatorietà di livelli di istruzione che rispettino le minoranze linguistiche, in particolare quella mochena. Ha preso la parola anche il presidente dell'Istituto Culturale Mòcheno Luca Moltrer che, in merito alle gestioni associate dei Comuni, ha posto la questione in riferimento allo Statuto di Autonomia. "Ai fini di una tutela e salvaguardia efficace anche in merito alle gestioni associate dei Comuni, credo che inserire nel nuovo Statuto una nota specifica dedicata alle minoranze linguistiche sia un valore aggiunto". Stefano Moltrer, sindaco di Palù del Fèrsina, è intervenuto per portare il saluto a tutti in mòcheno e in italiano e ha condiviso quanto detto dal vicepresidente Moltrer e dal vicepresidente Groff. Lorenza Groff è intervenuta in merito al preambolo del documento preliminare e ha sottolineato come la comunità trentina ha perso la sua vera identità ma, certamente, le minoranze linguistiche possono contribuire molto a ridare vita a questa identità. Per questo il suggerimento è di inserire nel preambolo una specifica dedicata all'identità. Loris Moar, già sindaco di Palù del Fersina e già presidente dell'Istituto Culturale Mòcheno, intervenendo nel dibattito, ha sottolineato come i mocheni credano molto nella Regione e il suo "peso politico dovrebbe essere molto più forte". Ha anche posto l'attenzione sul fatto che Trento e Bolzano non possono andare ciascuno "per proprio conto" ma il documento deve essere preparato insieme. "Se le due province sono unite hanno più peso rispetto a Roma". Ha poi indicato come importante la rappresentanza politica nel Consiglio provinciale e ha rilevato come una rappresentanza amministrativa sia necessaria. "Nello Statuto - ha aggiunto - dovrebbe essere specificato lo spazio ai giovani e, anche, la necessità che si possa votare partendo dai sedici anni". Leo Toller, concordando con Loris Moar, ha ribadito l'importanza di una Regione forte e ha aggiunto che "il legame con il Sud Tirolo è fondamentale e va tenuto vivo e forte". Mauro Buffa ha riflettuto sul fatto che nello Statuto attuale anche i termini sono da aggiornare in particolare ha posto l'attenzione sul termine minoranza (linguistica) che forse andrebbe ridefinito. È poi intervenuta Sara Toller che ha evidenziato come non sia appropriato parlare, nel documento preliminare, soltanto di differenze culturali. Anche Renzo Renzi, intervenendo, ha sottolineato come la Regione abbia un ruolo fondamentale e lo dimostri, specie, in relazione alle minoranze linguistiche. Patrizia Cordin, delegata per il Rettore dell'Università di Trento per le minoranze linguistiche, è intervenuta un paio di volte per ribadire l'importanza di parlare, anche nelle sedute pubbliche, in mòcheno (in questo caso), quanto ad una ridefinizione del termine “minoranze” ne ha sottolineato la difficoltà. "Si potrebbe, magari, aggiungere il termine storiche", ha detto in chiusura. Ha poi preso la parola Giuseppe Detomas evidenziando la non opportunità di ridefinire il termine minoranze, ricordando l'articolo 6 della Costituzione. "Per la prima volta - ha detto - le minoranze linguistiche sono considerate una parte fondamentale dello Statuto. La battaglia per essere dentro le istituzioni è sacrosanta. Lo Statuto dovrebbe stabilire i principi e i valori fondamentali. Rispetto all'insegnamento della lingua ai vari livelli scolastici bisogna fare attenzione a non irrigidire troppo. Magari si può fare per legge e non necessariamente in un documento di rango costituzionale”. Dario Pallaoro, presidente dell'Autorità delle minoranze linguistiche, è intervenuto per sottolineare come “nella legislatura che ha portato avanti le gestione associate, in nessuna delibera è stata citata la legge provinciale n. 6 che tutela le minoranze linguistiche". Ha poi posto l'attenzione sul fatto che la maggioranza dei trentini non conosce e non condivide l'importanza delle minoranze linguistiche. Ha ribadito, fra l'altro, l'importanza di una maggiore rappresentanza politica delle minoranze linguistiche. Jens Woelk, in conclusione, ha evidenziato la qualità degli interventi della serata, l'importanza della partecipazione e della condivisione. “La cosa che mi ha colpito di più è la centralità del territorio in questa discussione. Ci rifletterò, in modo da tarare meglio ciò che è scritto nel documento preliminare. Io non rinuncerei al termine minoranza. Essere minoranza oggi è qualcosa di molto diverso rispetto, per esempio, a quattro generazioni fa. Sul ruolo dei Comuni vorrei dire che è un tema che ha messo d'accordo Consulta e Convenzione nel riconoscere che l’attuale assetto non è soddisfacente. Rispetto al ruolo della Regione, proprio le minoranze linguistiche costituiscono un valore aggiunto. Le minoranze potrebbero essere degli interlocutori molto importanti fra le due Province, con istituzioni leggere. In merito alla rappresentanza politica, in Consulta c'era molta opposizione alla proposta di un Consigliere ulteriore per le minoranze tedescofone a causa della deroga dall’uguaglianza dei voti, ma nei prossimi mesi ne discuteremo. Magari possono aiutare forme intermedie per la rappresentanza politica".

(Comunicato stampa, dal sito www.riformastatuto.tn.it, 24 maggio 2017)