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Luserna nel centenario della Prima Guerra Mondiale

Il primo colpo di cannone e la prima vittima della Grande Guerra caddero nel paese cimbro cent'anni fa: domenica 24 maggio una cerimonia, una mostra e un percorso guidato per ricordare

Tra pochi giorni ricorre il centenario della dichiarazione di guerra del Regno d'Italia all'Impero Austroungarico. E proprio sugli altopiani cimbri trentini venne sparato il 24 maggio 1915 il primo colpo di cannone e cadde la prima vittima accertata del conflitto mondiale, la sedicenne Berta Nicolussi Zatta di Luserna/Lusérn.
E' a lei, e simbolicamente a tutte le vittime civili e militari della Grande Guerra, "l'inutile strage" come viene ormai definita dagli storici, che il Centro Documentazione Luserna/Dokumentationszentrum Lusérn ed il Comune di Luserna/Kamou vo Lusérn dedicano una giornata commemorativa che si aprirà nella piazza del paese, ove allora sorgeva la chiesa distrutta dalla guerra.

Questo il programma della manifestazione di domenica 24 maggio 2015:

ore 9:30Santa Messa in Piazza, davanti al Municipio Kamou vo Lusérn, dove alle ore 6 del 25 maggio 1915 accanto alla Chiesa di allora caddero le prime granate italiane di grosso calibro;
Saluti del Sindaco e delle Autorità
;
Breve esposizione dei fatti avvenuti a Luserna-Lusérn il 24-25 maggio 1915, tratte dal diario del parroco di allora Don Josef Pardatscher da parte del Presidente del Centro Documentazione Luserna;

ore 11:00
Inaugurazione nella sede del Centro Documentazione Luserna della mostra “Luserna nella Grande Guerra” e presentazione dei nuovi contenuti multimediali del plastico, elaborati in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler di Trento;
nel pomeriggioPasseggiata guidata lungo il percorso "Dalle Storie alla Storia" fino al Forte Lusérn e rientro via Rifugio Malga Campo. Con Accompagnatore di territorio ed esperto (a cura APT Alpe Cimbra; info e iscrizioni c/o APT).



Per informazioni:
Centro Documentazione Luserna/Dokumentationszentrum Lusérn
Via Trento/Stradù - Luserna/Lusérn (TN)
Tel. +39 0464 789638
E-mail: info@lusern.it

 
La Grande Guerra a Luserna/Lusérn, 24 maggio 2015


Per saperne di più:

Pubblichiamo un breve approfondimento degli avvenimenti di quei giorni a cura di Ermenegildo Bidese, professore aggregato del Dipartimento di lettere e filosofia dell'ateneo di Trento

Il 23 maggio 1915 l'Italia entra ufficialmente in guerra contro l'Austria-Ungheria.
Il 25 maggio, alle 3:30 del mattino, i blocchi delle batterie dei forti Verena-Farin e Campolongo-Haspelkhnott aprono il fuoco e iniziano a martellare la prima linea austro-ungarica dispiegata oltre la Val Torra. I forti austriaci, in particolare forte Lusérn, rispondono quasi contemporaneamente.
Il paese di Luserna è preso nel mezzo, con i forti austriaci ad est e a ovest e quelli italiani a nord-est e a sud.
Dopo un paio d'ore di bombardamento, Campolongo, dotato di 4 cannoni da 149 mm, con una cadenza di tiro di due colpi al minuto, inizia a sparare direttamente sul paese, distante soli 6 Km in linea d'aria.
Quello che segue è un estratto del racconto degli eventi del parroco, Joseph Pardatscher:
"Alle cinque del mattino scrivo le mie ultime volontà. Alle sei mi porto verso l'altare per celebrare la S. Messa. Nel medesimo istante in cui piego le ginocchia per salire i gradini dell'altare avviene una spaventosa detonazione. La finestra del presbiterio scricchiola paurosamente e i vetri mi cadono sui piedi. Intanto altre granate cadono sul paese [...] Vi sono due feriti: Katharina, vedova di Nicolussi Galeno colpita da schegge al femore e, con una grave ferita al ventre, la sedicenne Berta Nicolussi Zatta che viene portata all'interno della canonica e poi appoggiata su una gradino della scala. Le do l'assoluzione e l'olio santo [...] Intanto altre granate giungono dal Verena e da Campolongo.
Tra la popolazione regna un indescrivibile terrore: pianti, urla, lamenti di bimbi e donne. La gente raduna in fretta tutto quello, tra biancheria e vestiti, che gli passa per le mani, lo ripone in un fazzoletto o nello zaino e si prepara il più rapidamente possibile alla fuga. Gli uni dalla strada [...] gli altri invece fuggono in direzione di Costalta [...]
Giunto a Costalta prendo un caffè e poi proseguendo andiamo giù verso Monterovere. Alla teleferica trovo ancora la maggior parte dei fuggitivi. Porgo loro i saluti di addio [...] Dopo aver preso commiato dai miei fedeli ritorno su a Costalta e mangio per la prima volta dalla gammella [...] Intorno alle 14:30 tento di ritornare in paese e vi riesco. Mi faccio un pacchetto con alcune cose da portarmi appresso, ma non ho nemmeno il tempo di cambiare le scarpe che il bombardamento prosegue e così sono costretto a scappare di nuovo verso Costalta."
(A. Forrer, Guida lungo la fronte austroungarica e italiana sugli altipiani di Folgaria Lavarone Luserna e Tonezza del Cimone, Ed. Manfrini, Rovereto, 2003, pag. 272-3)

L'intensità del bombarbamento è tale che dopo alcuni giorni Campolongo avrà un cannone danneggiato. Il bombarbamento non porterà ad alcun significativo avanzamento territoriale da parte italiana, anzi, l'esercito austro-ungarico preparerà, già nella settimana seguente, la controffensiva, istallando a Costalta il terribile mortaio d'assedio Skoda 305 mm, capace di perforare spesse pareti di calcestruzzo, che metterà fuori uso sia Verena che Campolongo, aprendo la strada alla famosa offensiva di primavera del 1916. Toccherà questa volta ai paesi dell'Altopiano dei 7 Comuni ad essere travolti.