Nel luglio 2017 il Consiglio d'Europa adotta una risoluzione con la quale richiama l'Italia alla tutela delle sue minoranze linguistiche storiche
Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa richiama l'Italia a una tutela delle minoranze linguistiche più puntuale ed efficace. Per le 12 lingue riconosciute dalla legge 482/99, la Repubblica dovrà assicurare più tutela sui media e un investimento sull'istruzione capace di garantire la sopravvivenza e la diffusione degli idiomi minoritari.
E' quanto si evince dalla risoluzione n. CM/ResCMN(2017)4, approvata il 5 luglio scorso dall'importante plenum dell'organismo internazionale, e pubblicata in questi giorni. L'Italia è chiamata, in ottemperanza alla Convenzione quadro delle minoranze nazionali che aveva ratificato nel 1995, anche a rivedere la composizione del Comitato Tecnico delle Minoranze Linguistiche per assicurare la presenza di tutte le componenti linguistico-nazionali.
Il Consiglio d'Europa, da non confondere con l'Unione Europea, è un organismo a cui aderiscono una cinquantina di stati europei con funzioni simili a quelle dell'ONU. Nel documento sono presenti anche raccomandazioni formali generali all'Italia sul fronte del razzismo e della tutela dei nomadi . Oltre al sardo le lingue tutelate in Italia sono: il friulano, il ladino, l'occitano, il catalano, il francese, il germanico, il croato, l'albanese, il franco provenzale, il greco e lo sloveno.