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Premio letterario Mario Rigoni Stern

Si è tenuta a Venezia e ad Asiago la doppia cerimonia di assegnazione del premio dedicato alla letteratura multilingue delle Alpi per la sezione saggistica

Si è conclusa la nona edizione del “Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura Multilingue delle Alpi”, istituito con l’intento di “onorare la memoria del grande scrittore dell’Altopiano di Asiago e della sua opera, al fine di perpetuarne i valori di fratellanza tra i popoli, di rispetto dell’ambiente, di umanità alpina.” Il concorso premia opere di narrativa e di saggistica dedicate alle Alpi, al loro paesaggio e alle loro genti.
La consegna del premio, come avviene negli anni dispari, è stata suddivisa su due giornate, a Venezia e ad Asiago.
A Palazzo Labia, nella prestigiosa sede della RAI veneto, è stato affrontato il tema al quale viene dedicata l'edizione 2019 del Premio: quello delle foreste distrutte dal tornado che nello scorso mese di ottobre si è abbattuto sul Nordest. Sara Luchetta, ricercatrice della facoltà di Lettere a Padova e studiosa di Mario Rigoni Stern, si è soffermata sul rapporto uomo-boschi-natura nell'opera dello scrittore asiaghese, mentre Daniele Zovi, già comandante del Corpo Forestale del Veneto e autore di un recente volume sugli alberi, ha parlato della riforestazione dei boschi distrutti dalla Grande Guerra e ora di nuovo devastati.
Per la parte musicale, è stata presentata a Venezia un'anteprima della cantata “Le nevi di Mario Rigoni Stern” del musicista veneziano Claudio Ambrosini, già Leone d'Oro alla Biennale Musica, affidata al Coenobium Vocale di Piovene Rocchette, diretto da Maria Dal Bianco, con Margherita Stevanato voce recitante e Matteo Liva al pianoforte.
Sono poi seguite le premiazioni e le interviste al vincitore Marco Balzano che con il suo "Resto qui" ci accompagna dentro una pagina controversa e difficile della storia altoatesina/sudtirolese, quando in nome del progresso l’acqua sommerge il paese e le vite di un paesino all'estremo nord d'Italia, Curon Venosta/Graun im Vinschgau.
La Giuria inoltre ha segnalato tre opere particolarmente meritevoli: “Il pastore di stambecchi” di Louis Oreiller con Irene Borgna, "La Strada delle Gallerie ha 100 anni" a cura di Claudio Rigon e "Veloce la vita" di Sylvie Schenk. Non potendo quest'ultima essere presente alla cerimonia, ha presenziato in sua vece il traduttore del suo romanzo, Franco Felice.
Accanto al premio letterario viene attribuito anche quest'anno un riconoscimento al "Guardiano dell'Arca", cioè a una persona o un'associazione che si sia distinta nella salvaguardia e nella valorizzazione della montagna. E quest'anno i "guardiani" sono due: Gianluigi Rocca, poeta-pittore-pastore delle montagne trentine e Mandra Schennach, giovane malgara che alleva capre in Valsabbia (BS).
Domenica 16 giugno al Teatro Millepini di Asiago, come di consuetudine nella terra di origine dello scrittore, si è tenuta la seconda parte della cerimonia, con gli interventi di Marco Paolini e Gianfranco Bettin, vincitori dell'ultima edizione del Premio, e un concerto del coro il Bell'Humore di Padova, diretto da Franco Massaro, incentrato sempre sui temi dei boschi e della montagna.
La cerimonia è stata anche occasione per illustrare il lavoro di classificazione dell'archivio di Rigoni Stern, da poco avviato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e del Trentino, che ha portato a ritrovamenti particolarmente interessanti, come le agendine utilizzate durante la guerra dallo scrittore per scrivere i suoi appunti dai quali sarebbe nato qualche anno dopo il suo primo romanzo, "Il sergente nella neve".


Per informazioni:
E-mail: info@premiomariorigonistern.it
Web: www.premiomariorigonistern.it