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La musica arbėreshe diventa "world music"

Intervista all'artista della musica arbėreshe: Silvana Licursi

Insegnate di lettere presso le Scuole superiori, Silvana Licursi č perņ soprattuto un’artista arbėresh, anzi l’anima  della musica arbėresh, che con la sua voce ha saputo far conoscere ed apprezzare in moltissimi Paesi del mondo. Nata nella  comunitą albanofona del Molise (Portocannone), vive da molto tempo a Roma dove prosegue la sua carriera artistica all’insegna della poesia popolare, dei canti legati agli eventi cruciali del ciclo della vita  e della lingua arbėresh.

Intervista a Silvana Lucersi. Fonte sito Albania news

Com’č nata la tua passione per la musica,  in particolare per  la musica arbėresh e albanese?
La mia passione per la musica č stata precocissima. Ho sempre amato cantare, fin da ragazzina: ho cominciato addirittura nel piccolo teatro delle suore… Sono nata in una comunitą albanofona del Molise (Portocannone) e la poesia popolare,  i canti legati agli eventi cruciali del ciclo della vita  e l’idioma arbėresh mi accompagnano da sempre.
La musica arbėresh č il mondo della mia infanzia e delle mie origini; č quella  che nasce dalle ninne nanne, dalle filastrocche, dai riti sociali che circondano il fidanzamento e il matrimonio, dai canti religiosi e dai lamenti funebri. Un piccolo esempio concreto č il canto che accompagnava la stiratura del corredo della sposa (il termine arbėresh č paja), un altro, il canto che accoglieva gli sposi all’uscita dalla chiesa, o quello riservato alla presentazione della sposa alla madre dello sposo. La lingua era il medium in cui tutto trovava la sua espressione.
Il mio lavoro principale č stato l’insegnamento, con un intervallo durato alcuni anni in cui ho diretto l’organizzazione della sezione didattica della Galleria Borghese, uno dei musei pił belli del mondo, sempre a Roma, utilizzado cosģ, finalmente, anche la mia specializzazione in Storia dell’Arte.
La passione per la musica mi ha portato oltre i confini della mia regione: in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. Ho raccolto canti arbėresh anche in paesi piccoli e poco noti, e tuttavia molto interessanti: Barile, Ginestra, San Costantino e San Paolo Albanese, i comuni della provincia di Catanzaro e Crotone.
All’Universitą di Roma ho avuto la fortuna di avere come insegnante ormai alla fine della sua carriera accademica il prof. Ernesto Koliqi , docente di Lingua e Letteratura Albanese, nonché poeta e scrittore, e di seguire le lezioni dell’etnomusicologo  Diego Carpitella, tra i maggiori ricercatori e studiosi del patrimonio musicale popolare arbėresh fin dagli Anni Cinquanta, un vero pioniere nel campo.

Quali sono state le tue esperienze musicali nei Balcani, in particolare in Albania?
Sono stata per la prima volta in Albania nell’ottobre del  1988. Hoxha non c'era pił, ma il paese viveva in una sorta di regime “sorvegliato”, certo non democratico. Alla vigilia dei grandi rivolgimenti che sarebbero accaduti poco tempo dopo,   su invito dall’Ambasciata albanese ho preso parte, unica molisana in un gruppo di artisti calabresi, al Festival di Musica Folk di Argirocastro. Ne ho un ricordo meraviglioso! Gli artisti potevano partecipare solo su invito, dovevano essere “non professionisti” e rigorosamente albanofoni. Al Festival conobbi l’etnomusicologo  Gjovalin Shkurtaj, conoscitore, studioso e appassionato di musica arbėresh;  Artur Zhei, regista teatrale, scrittore e giornalista;  Ardit Gjebrea, compositore, cantante, diventato poi anche  imprenditore del mondo dello spettacolo, e tante altre persone interessanti.

continua