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Minoranze linguistiche
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Gaugazi in Bulgaria, minoranza invisibile

Intervista di Tanya Mangalakova con padre Vasiliy Selemet, dal sito dell'Osservatorio Balcani e Caucaso

 

Il pope Vasiliy Selemet_gaugazi in Bulgaria
Il pope Vasiliy Selemet, fotografato da T. Mangalakova durante la sua intervista


I gagauzi, un "piccolo popolo" dalla storia affascinante e poco conosciuta, distribuito in vari paesi dell'Europa orientale (soprattutto Moldavia) e dall'identità spesso contesa. In Bulgaria, i gagauzi rappresentano una sparuta minoranza, concentrata nel nord-est del Paese. Il punto di vista di padre Vasiliy Selemet, che da anni si batte perché in Bulgaria la comunità continui a vivere

Vasiliy Selemet è il pope della chiesa “Ascensione della Madre di Dio” a Kavarna, città sulla costa del mar Nero, non lontano dal confine con la Romania. A guardalo bene, Vasiliy somiglia un po' a Lev Tolstoj. Il pope è un bulgaro etnico di Bessarabia, arrivato in Bulgaria dopo il crollo del muro di Berlino. Vent'anni fa Vasiliy non parlava in bulgaro, perché la sua lingua madre è il gagauzo, una lingua del gruppo turcofono. I gagauzi sono ortodossi, fuggiti in massa verso Moldavia e Ucraina dall'impero ottomano (insieme a molti bulgari) durante le guerre del XIX secolo.
I gagauzi oggi vivono anche in Romania, Grecia e Bulgaria. La comunità rappresenta una grossa minoranza in Moldavia dove dal 1994 hanno visto riconosciuta una propria provincia autonoma, la Gagauzia, (detta “Gagaus eri” o “terra gagauza”), con capoluogo Comrat, dove vivono circa 150mila gagauzi. In Gagauzia il moldavo, il gagauzo e il russo hanno statuto di lingua ufficiale. Il bulgaro è riconosciuto come “lingua locale”, e si studia nelle scuole.
Oggi in Bulgaria i gagauzi sono una piccola comunità (non esistono statistiche ufficiali sul loro numero), che vive in modo compatto nelle regioni nord-orientali (Kavarna, Balgarevo, il quartiere “Vinitsa” di Varna) e nella regione di Yambol.
“I poltici bulgari vanno spesso in Bessarabia, nei villaggi bulgari, ma non si fanno vedere in quelli gagauzi. Questa è una scelta assolutamente dimostrativa. Ci dividono tra bulgari e gagauzi, ma etnicamente siamo tutti bulgari”, esordisce padre Vasiliy all'inizio del nostro incontro.

Come definirebbe l'identità della comunità gagauza? Qual è il suo folklore?
I due elementi che più caratterizzano la nostra comunità sono due, la fede ortodossa e la lingua gagauza. Perché qualcuno possa definirsi davvero gagauzo devono essere entrambe presenti.
Quelli della mia generazione sanno, che le nostre radici sono in Bulgaria. I gagauzi sono parte dell'ethnos bulgaro. In Bulgaria ci sono molti gruppi etnici, e tutti si somigliano per abitudini e cultura. Il nostro folklore, però, viene marginalizzato dalla vita pubblica: le nostre canzoni non si sentono in televisione o per radio. Soltanto al festival giovanile di Kavarna è stato presentato una nostra danza, lo “horo” noto come “horo di Varna”, che si suona e balla sui nove e sedici ottavi. 

Perché in Bulgaria non ci sono associazioni dedite alla preservazione della cultura gagauza?
Mi chiedo quando e se mai avremo un centro culturale gagauzo a Sofia. Purtroppo i gagauzi di Bulgaria non vogliono identificarsi come tali. I gagauzi si nascondono dai tempi del socialismo, non vogliono farsi catalogare come minoranza e quindi si proclamano più bulgari dei bulgari. Ci sono pregiudizi in Bulgaria sui gagauzi, e per questo, dicevo, dubito che ci sarà mai un centro culturale.
Quando venni in Bulgaria per studiare a Sofia, negli anni '90, mi trovai per caso ad una cena di gagauzi. Lì un professore, gagauzo di un villaggio vicino a Varna, sosteneva che i gagauzi non hanno alcun folklore proprio, che le loro canzoni sono una mera traduzione dal bulgaro, che anche le loro danze sono danze bulgare. E questo professore pretendeva di parlare a nome di tutta la comunità. Gli consigliai allora di andare in Gagauzia, in Bessarabia, in Asia centrale o in Kazakhstan, dove le comunità gagauze hanno una vita culturale viva. 

Cosa caratterizza i gagauzi di Bulgaria? Conservano le proprie tradizioni?
Come dicevo, la nostro cultura qui è ridotta al lumicino, e molte cose sono state perse per strada. Anche quando ci sono manifestazioni di “gagauzità” queste suonano artificiali. Purtroppo le nuove generazioni hanno perso la propria lingua madre, e questa assimilazione procede dai tempi del socialismo. In Bulgaria il processo naturale di trasmissione della lingua è interrotto.
In Bessarabia, dove esiste una massa compatta di villaggi gagauzi, tutti parlano la propria lingua madre, sia a casa che negli asili e nelle scuole. Ci sono bambini che parlano soltanto in gagauzo prima di andare alle elementari. In Bulgaria tutto questo è impossibile. I nostri ragazzi capiscono un po' la lingua, ma non sanno utilizzarla liberamente.
Con mio figlio ho iniziato a parlare solo in gagauzo, fino a pochi mesi prima che iniziasse ad andare a scuola. Quando ho visto la reazione degli altri bambini, che lo prendevano in giro, ho deciso di passare dal gagauzo al bulgaro. 

Che contatti ci sono tra i gagauzi di Bulgaria e quelli di Moldavia?
Il folkore e la lingua dei gagauzi di Moldavia è ancora vivo. Ecco perché vorrei che la comunicazione tra di noi rimanesse aperta. Nel 2006 c'è stato il congresso dei gagauzi a Comrat, e la presenza più importante, dopo quello moldava, è stata quello della comunità bulgara. Gli incontri e i viaggi dei gagauzi bulgari in Moldavia danno alla nostra gente l'opportunità unica di sperimentare la nostra cultura viva. 

Esiste un processo di turchizzazione dei gagauzi?
I delegati al congresso scientifico di Comrat, tenuto nel 1993, hanno discusso sull'ipotesi che il gagauzo faccia parte del gruppo delle lingue turche. Nei fatti, però, il gagauzo ha ben poco in comune col turco. Sia la grammatica che il lessico della nostra lingua non sono turchi, a differenza di quanto succede per l'azero e le lingue centro-asiatiche.
Dopo lo sfaldarsi dell'Unione sovietica, nelle nostre terre sono arrivati professori dalla Turchia per portare avanti le posizione del pan-turchismo. Da allora hanno iniziato ad imporre ai gagauzi la lingua, la grammatica e insegnanti turchi.
Negli anni '90, turchi di provenienza varia sono arrivati nei villaggi gagauzi della Bessarabia raccontando che, prima di diventare cristiane, le nostre comunità sono state musulmane, e per questo i gagauzi hanno tradizioni in comune con i turchi. I nostri governati, in gran numero, si sono legati politicamente ad Ankara e Istanbul. Solo la chiesa rimane a testimoniare che i gagauzi sono cristiani dalle origini.

Tanya Mangalakova, corrispondente da Sofia (Bulgaria) per l'Osservatorio Balcani e Caucaso